Francesco Petrocchi

La radici profonde della crisi

Ad una analisi poco attenta e superficiale, sembrerebbe che la attuale situazione di difficoltà in cui versa l’Italia dipenda dal fallimento del Governo dalla inadeguatezza della classe politica nel suo complesso. In parte ciò risponde al vero ma non del tutto. La situazione è ben più complicata e figlia di una società rimasta orfana di un suo componente fondamentale: IL MERITO. Ed il dramma è che neanche se ne è accorta. Se la classe politica è inadeguata, come di fatto è, di certo non fa eccezione rispetto alle tante sfaccettature ed ai settori ed istituzioni di cui la società italiana si compone. 

Istruzione
Esiste un metodo per selezionare buoni insegnanti? No. Alla cattedra si accede per “decorrenza dei termini” per valorosa permanenza nella graduatoria. E ciò che è ancor peggio non esiste neanche un metodo per la valutazione. NESSUNA MERITOCRAZIA.

Economia
Quante volte abbiamo assistito e stiamo assistendo ai figli che dilapidano i beni e le industrie dei padri? Perché il familismo impone che a gestire sarà il figlio, seppure non adeguato, causando poi dilapidazioni patrimoniali, licenziamenti e conseguente crisi di crescita economica. Si accede alla amministrazione della grande azienda di famiglia di diritto ed a noi sembra del tutto naturale ed anche giusto. Ma non in tutto il mondo accade questo. In molte società in cui esiste la competizione, indipendentemente dal nepotismo, la selezione di chi amministra viene fatta. In Italia no. NESSUNA MERITOCRAZIA, un semplice testimone passato di padre in figlio indipendentemente dalle capacità.

Magistratura
Gli intoccabili, ma limitiamoci a sussurrarlo, non alziamo la voce, potremmo essere ascoltati.
La carriera assicurata, senza sforzi, se non per il superamento del concorso iniziale, senza pene, senza responsabilità. Va avanti chi è più anziano e se qualcuno sbaglia non c’è da preoccuparsi il CSM, l’organismo interno di autoregolamentazione e disciplina, garantisce la assoluzione nel 98% dei casi!
E la giustizia civile non cammina, non garantisce e dà l’impressione, ma ormai potremmo dire la certezza, di non essere più in uno stato di diritto. I tempi lunghissimi ed incerti della giustizia consentono a chi è debitore di far sparire tutto prima che chi ha diritto alle restituzioni riesca ad ottenere un Sentenza. E tale incertezza che non garantisce tutela ai rapporti commerciali è una delle ragioni che inducono le società estere a non investire in Italia. La durata dei processi è pari a quella del Gabon, uno Stato africano che si fa fatica a rintracciare sulla cartina geografica. NESSUNA MERITOCRAZIA.

Sindacati
Partiti in origine per tutelare i lavoratori sono diventati enormi macchine di gestione di potere e tessere, oltre che di vil denaro. Il lavoro non lo hanno mai difeso, i lavoratori qualche volta, oggi sono ormai diventati la vetrina per la politica da cui attingere figure da spendere in ruoli istituzionali. La maggior parte dei tesserati ai sindacati sono pensionati e quindi non lavoratori ma comunque iscritti che vanno tutelati ma che ormai con il lavoro nulla hanno più a che fare. E allora sull’onda della forza dei numeri i sindacati tutelano più chi ha acquisito un diritto rispetto a chi quel diritto non lo ha mai avuto. Difendono i nonni ma non i nipoti, i padri ma non i figli, a cui con politiche conservatrici, rigide e spesso arroccate su posizioni di indifendibile difesa del privilegio continuano a rubare futuro. NESSUNA MERITOCRAZIA ma difesa dello status quo senza prospettive.

La meritocrazia sostituita dalla gerontocrazia, dal clientelismo.
Spazzato via ogni criterio di selezione, instillata in Italia un virus che provoca immediata allergia per ogni sorta di principio di autorità o peggio financo di autorevolezza o gerarchia, uno degli elementi rimasti è  quello anagrafico. Incontestabile, comodo… ma se si vuol far carriera prima c’è la santa raccomandazione. Ecco i criteri ispiratori della nostra società… con le dovute eccezioni che ovviamente confermano la regola.

Dalla crisi la riscossa.

La crisi può essere utilizzata a fin di bene. Infatti mai come in questo periodo siha la percezione concreta che la società attuale è giunta al capolinea. Non ha futuro. Siamo giunti alla fine di un ciclo. Come rivitalizzarla?  Tornando alla cultura del merito.
Creando le scuole d’eccellenza che diano un futuro e non una vana speranza come le università attuali; tornando alle sane selezioni che premiano i migliori. Sconfiggendo il familismo ed il clientelismo che alligna in ciascuno di noi. Selezionando la classe politica sulla reale rispondenza della stessa al territorio. Rompendo il predominio delle forze conservatrici che bloccano il mondo del lavoro, come i sindacati, che guardano a mantenere lo status quo piuttosto che ad aprire varchi e spiragli per il futuro. Solo così si potrà avere la persona giusta al posto giusto.

C’è chi nei diversi campi e nella desolante landa del piattume è riuscito a diventare “eccellenza”.

La Esselunga unica catena italiana che ha resistito allo strapotere politico ed economico delle coop rosse creando migliaia di posti di lavoro 

L’Azienda Quattrociocchi partita dalla coltivazione famigliare giunta ad essere insignita del premio internazionale della miglio produzione oleica del mondo

La pallanuoto campione del mondo, unico vanto attuale dell’Italia, ha saputo ricostruire da zero la tradizione che fu, in uno sporto lontano dai miliardari e dai gossip.

Gaetano Scirea, campione d’altri tempi, lui non avrebbe scioperato, non avrebbe rilasciato interviste. Avrebbe semplicemente giocato a calcio, come una persona semplice e perbene, senza clamori, senza arie da campione del mondo.

In concreto…

Ripartiamo dai doveri, avviamo corsi di educazione civica per i ragazzi. Da lì parte il cambio di mentalità e di passo.
Creiamo la “Compagnia dei non garantiti” cui aderiranno le nuove generazioni coloro che non hanno mai acquisito diritti nel campo del lavoro ma vogliono fermamente avere un futuro.

Vogliamo essere “Gli Stadio” della politica. Una band che ha vissuto e vive la propria storia senza autocelebrazioni televisive, senza utilizzare i politici di turno come trampolino. Senza partecipazioni alle varie isole dei famosi e reality trash. Facendo musica e poesia e, dopo venti anni di successi calcando ancora le piazze dei paesi.